• FondazioneGiuseppe Rubbi



    CASA PER ANZIANI A MAROSTICA
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UN PO' DI STORIA

Non tutti conoscono la storia di Casa Rubbi. Ho cercato di ricostruirla scavando in documenti più o meno ufficiali e intervistando persone che ne erano a conoscenza, per averne vissuto alcuni momenti legati alle vicende della famiglia Rubbi.
Alla fine del 1800, la situazione economica del nostro paese era molto compromessa, soprattutto per quelle famiglie contadine che non potevano contare sulla proprietà dei terreni coltivati.
La mezzadria era un vincolo estremamente crudele in quanto, a seconda delle stagioni, ciò che rimaneva dopo la divisione dei raccolti, non sempre bastava alla sopravvivenza della famiglia.

Le attività complementari come l'allevamento degli animali da cortile e la vendita di vitelli o maiali, erano ugualmente sottoposte al vincolo della mezzadria.
Le possibili risorse erano la coltura dei bachi da seta, condizionata dalla presenza di piante di gelso che non sempre c'erano nella proprietà coltivata.
Ultima e unica risorsa di entrate certe era la confezione della treccia, come accadeva a Marostica ove c'erano industrie affermate che fabbricavano cappelli di paglia per l'esportazione.

Ricordiamo le donne che si recavano al mercato e nel tragitto continuavano senza sosta ad intrecciare “fastughi”.
Grazie a questa attività, che si poteva fare a casa, in qualsiasi ora del giorno, vivevano famiglie intere, specialmente quelle dell' Altopiano dei 7 Comuni o le zone collinari, dove l'agricoltura era depressa per ragioni ambientali.
In quel periodo, che va fino alla guerra del 15-18, si può dire che c'era miseria, aggravata, in un secondo momento, dall'entrata in crisi dell'attività industriale della paglia, a causa della concorrenza di trecce provenienti dall'Oriente.
Tale situazione suscitava moti di ribellione da parte delle popolazioni, con occupazioni di mulini e saccheggi di negozi.

Fu quello anche il periodo di maggiore emigrazione, in particolare verso le Americhe, dove gli uomini, sperando di risolvere il problema della sopravvivenza, venivano imbarcati su navi sovraccariche e sbarcati soprattutto in Brasile dove, lusingati dalla promessa di diventare proprietari dei terreni da loro bonificati,
erano occupati nel disboscamento di foreste e nel risanamento di paludi.
C'erano anche altre destinazioni dell'emigrazione come quella in Sud Africa dove arrivò nel 1893 Marco Antonio Rubbi, di Marostica. Nativo di Crosara, sposato con Canevari Anna, cappellaia da cui ebbe 5 figli: Giuseppe, Luigi, Maria, Luigia, Camilla. Marco Antonio Rubbi era di professione falegname e in Sud Africa si diede subito da fare in questo mestiere.

Nel 1897 Giuseppe, primogenito di Marco Antonio si aggregò alla famiglia marosticense di Andrea Strada per emigrare in America. Aveva 24 anni.

In America non trovarono le condizioni ideali per una qualsivoglia occupazione; decisero allora di emigrare in Australia.
La nave che avrebbe dovuto portarli in Australia fece una sosta a Città del Capo dove c'era Marco Antonio, padre di Giuseppe.
Decisero di andarlo a salutare e Marco Antonio li convinse a rimanere in Sud Africa dove c'era molto lavoro. In sud Africa fecero fortuna.
Soprattutto Giuseppe che si affermò nel settore edile e del commercio del legname accumulando una cospicua fortuna. Si sposò con Ines Augusta Mattiello di Padova. Dalla quale non ebbe figli.

Il 23 febbraio del 1946, all'età di 73 anni, dopo un anno e sei mesi di malattia, Giuseppe Rubbi morì e venne sepolto a Città del Capo in una chiesetta che lui stesso aveva fatto erigere per sé per quel triste momento.
Il suo desiderio di fare un'importante donazione alla città di Marostica, per far capire quanto grande fosse l'amore per questa città, fu esaudito.

Come risulta dal testamento lasciò all’allora “…..Congregazione di Carità di Marostica la somma di 30.000 sterline (30 mila sterline sudafricane pari a 78 milioni di Lire) per la costruzione di una Casa per il ricovero di anziani benestanti decaduti meritevoli di aiuto che si trovano in precarie condizioni finanziarie.
Una condizione inerente a questo lascito è che la somma do cinquemila sterline (£ 5000) venisse spesa per l’erezione e l’equipaggiamento iniziale di una adatta Casa di Ricovero e la somma di venticinquemila sterline (£ 25.000) per la manutenzione ed il buon andamento di detta Casa di Ricovero in modo che i ricoverati possano ricevere quelle cure e attenzioni che riceverebbero se alloggiati in una comoda casa loro….”

Con il mutare delle condizioni economiche e del contesto sociale della nostra società si sono potute solo in parte osservare le indicazioni testamentarie del compianto commendatore Rubbi.
La Casa sorgerà per dare ospitalità alle persone anziane di ogni ceto nel rispetto costituzionale della parità del diritto alla salute.

Contribuirono non poco alla costruzione ed a rendere concrete le intenzioni di Giuseppe Rubbi le donazioni in favore dell’Ospedale Generale “P. Alpino” di Marostica, come documentato negli atti testamentari dei fratelli Maria Luigia Rubbi (deceduta il 16.5.1958) e Don Luigi Rubbi (morto il 10.3.1966).
Tali donazioni consistevano in beni immobili nel Comune di Bassano, un’azienda agricola in località Riva Alta di Bassano, ed una casa situata a Montecatini Terme.
L’Ospedale di Marostica, beneficiario dei beni donati dalla famiglia Rubbi, nel 1979 ottenne l’autorizzazione regionale a trasferire, con donazione modale, al Comune di Marostica tutti i beni mobili ed immobili (sterline, terreni e case). Il Comune di Marostica formalizzò la donazione con atto deliberativo in data 28.11.1979.

Da questi atti partì il progetto per la realizzazione della Casa per anziani. Fu posata la prima pietra negli anni ottanta sotto l’amministrazione del Sindaco prof. Aliprando Franceschetti e si terminò la costruzione agli inizi degli anni 90.

La Casa per Anziani fu dapprima gestita per un quinquennio dal 1.1.1997 al 31.12.2001 dalla Cooperativa sociale COOPSELIOS e successivamente dal 1.1.2002 al 31.03.2006 dalla s.r.l. Sereni Orizzonti di Udine.

Nel Luglio del 2005 fu costituita la Fondazione Giuseppe Rubbi, cui sono stati trasferiti tutti i beni mobili ed immobili facenti capo alla struttura ed alla Fondazione stessa è stata affidata la gestione.

L’attività della Fondazione ha avuto inizio il 1° Aprile 2006.

Il Presidente

Mandato 2005-2010

dr. Luciano Mari